Oggi, ancora più del passato, un’impresa deve continuamente prendere delle iniziative, innovare, investire, assumere, mostrarsi competitiva e vendere. Per assolvere la sua funzione essa deve conoscere bene la sua attività principale e i suoi clienti, ma anche i suoi concorrenti, i suoi fornitori, il suo personale, e tener conto di tutti i vincoli del suo ambiente. Per condurre tale pratica bisogna informarsi, analizzare, prevedere, organizzare, stabilire dei progetti, delle strategie, lanciare delle azioni, in una parola decidere e decidere continuamente.
Ciò che rende quest’esercizio sempre più difficile è che le dimensioni del suo campo sono cambiate: la progressiva globalizzazione dei mercati moltiplica al tempo stesso il numero degli attori, la loro diversità e i tipi di vincoli; l’accelerazione delle comunicazioni cambia il ritmo degli eventi e impone reazioni rapide. Questi fenomeni sono di una portata tale che la loro evoluzione non può più essere dominata nell’ambito delle organizzazioni classiche. Costatando il numero elevato dei fattori e delle loro relazioni, e ammettendo che molti non potranno essere colti al momento della decisione, la complessità si rivela come la dominante fondamentale del management aziendale, cosa che impone una revisione profonda dei modi di riflessione, dei metodi di approccio e dei comportamenti.
Ciò pone, in particolare, il problema del livello delle conoscenze fornite al decisore e della loro adeguatezza ai suoi bisogni. Si potrebbe crederlo facile da risolvere in ragione della straordinaria massa di informazioni disponibili nel mondo su tutti gli argomenti, e dei fantastici progressi tecnici che sono stati realizzati per trasmettere e trattare queste informazioni. L’esperienza mostra che non è affatto così e che i sistemi d’informazione, data la loro ricchezza e la loro diversità, sono essi stessi degli elementi della complessità che s’impone all’impresa.
Oggi la gestione strategica dell’informazione economica è diventata uno dei motori fondamentali della performance globale delle imprese e delle nazioni stesse. Infatti, il processo di globalizzazione dei mercati costringe gli agenti economici ad adattarsi ai nuovi equilibri che si stabiliscono tra concorrenza e cooperazione. Ormai, la condotta delle strategie industriali poggia largamente sulla capacità delle aziende di accedere alle informazioni strategiche per meglio anticipare i mercati futuri e le strategie dei concorrenti. L’analisi comparata della pratica dell’intelligence economica nelle economie più competitive fa emergere che certi Paesi, come la Germania, il Giappone o la Svezia, da molto tempo hanno sviluppato dei “sistemi di intelligence economica” che hanno permesso loro di aumentare le loro quote di mercato preservando così anche posti di lavoro.
Queste organizzazioni nazionali si basano proprio su un dominio collettivo dell’informazione aperta da parte dell’insieme degli attori economici. Lo Stato gioca un ruolo fondamentale sia nello sviluppo del sistema nazionale d’informazione in collegamento con il settore privato, sia nella definizione degli orientamenti strategici di massima del Paese, indispensabili alle imprese nella definizione delle loro azioni e delle loro previsioni. Un certo numero di grandi aziende francesi ha preso delle iniziative e compiuto degli sforzi nell’ambito dell’intelligence economica, in particolare in ciò che concerne la sorveglianza tecnologica. Tuttavia, la valutazione della pratica francese, a partire da numerosi casi di studio, fa emergere chiaramente l’entità dei progressi che è d’obbligo ancora compiere rispetto alle esperienze straniere.
Ciò implica, in particolare, una decompartimentazione del nostro sistema socio-produttivo e delle nostre amministrazioni, al fine di accrescere la concertazione a tutti i livelli, e in particolare all’interno delle impese. Devono essere intraprese insomma delle azioni per sviluppare dei sistemi di gestione strategica dell’informazione economica che permettano alla Francia di captare efficacemente le opportunità e i rischi legati alla globalizzazione degli scambi. In tale contesto, il nostro sistema pubblico deve perseguire il miglioramento dell’accesso all’informazione e partecipare collettivamente tramite la definizione di orientamenti e obiettivi strategici chiari. Si tratta, infatti, di impegnarsi risolutamente in una mobilitazione d’insieme delle competenze pluridisciplinari per la realizzazione di un sistema efficace di intelligence economica al servizio delle performance aziendali a livello globale.