Indagini su infedeltà coniugale

Le indagini familiari, sono l’area di attività più delicata e complessa di un investigatore privato, a causa della componente emotiva e psicologica che la caratterizza.
Durante l’indagine non solo il cliente sta vivendo un dramma, perché tormentato dal sospetto del tradimento, ma anche l’investigatore rischia di compromettere l’indagine se si lascia trasportare da un eccessiva empatia con il disagio psicologico del cliente rischiando di perdere la necessaria oggettività.
Qualsiasi informazione fornita dal cliente viziata dall’emozione nuoce l’indagine.
L’enorme diffusione dei social ha fatto impennare vertiginosamente l’impulso al tradimento. La fedeltà, un tempo, era legata unicamente alla sfera fisica e sessuale, oggi invece, anche i tradimenti cosiddetti platonici o virtuali hanno un peso nella stabilità della famiglia.
Il cliente arriva presso l’investigatore dopo aver notato i soliti segnali di allarme: mancanza di rapporti sessuali, irritabilità del coniuge, uso furtivo e ossessivo del cellulare, assenze o ritardi giustificati in maniera approssimativa e aumento delle spese per la cura del corpo e abbigliamento.
Prima di firmare il mandato pone numerose domande quasi a cercare una conferma ai suoi dubbi.
Il nemico numero uno dell’investigatore è il cliente fai da te, il quale ha già provocato numerosi danni alla futura indagine, sperando poi che l’investigatore ripari ai danni provocati.
Il 90% dei clienti, dopo aver affidato l’incarico, durante le indagini tempesta di telefonate l’investigatore per conoscere in ogni istante dove sta e cosa fa il pedinato, provocando interferenze psicologiche durante gli appostamenti.
Normalmente l’investigatore risponde alle chiamate perché consapevole dell’ansia che affligge la persona all’altro capo del telefono, ma deve anche essere bravo, con molta pazienza e calma, a spiegare al cliente che con il suo modo di fare, provoca solo interruzioni e distrazioni al suo lavoro.
Finita l’indagine, l’investigatore sa che il rapporto che consegna al cliente può provocare la rottura di un rapporto familiare, quindi deve con molto tatto spiegare le varie fasi ed azioni che hanno portato al risultato finale.
Dalla mia esperienza forgiata da 25 anni di indagini, posso tranquillamente affermare che contrariamente a quanto pensano le persone, le indagini per infedeltà coniugali sono tra le più difficili e delicate che un investigatore privato possa affrontare visto che, sempre come pensano le persone, non basta solo una macchina fotografica e saper guidare un auto, ma ci vuole una pazienza enorme per lunghi appostamenti, un saper comprendere le esigenze del cliente e tantissima esperienza per avere quell’intuito utile ad anticipare le mosse del pedinato, ma soprattutto la consapevolezza di quanto la sua indagine possa influire sulla psiche del mandante.
Dott. Massimo Labruna

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Le indagini familiari, sono l’area di attività più delicata e complessa di un investigatore privato, a causa della componente emotiva e psicologica che la caratterizza.
Durante l’indagine non solo il cliente sta vivendo un dramma, perché tormentato dal sospetto del tradimento, ma anche l’investigatore rischia di compromettere l’indagine se si lascia trasportare da un eccessiva empatia con il disagio psicologico del cliente rischiando di perdere la necessaria oggettività.
Qualsiasi informazione fornita dal cliente viziata dall’emozione nuoce l’indagine.
L’enorme diffusione dei social ha fatto impennare vertiginosamente l’impulso al tradimento. La fedeltà, un tempo, era legata unicamente alla sfera fisica e sessuale, oggi invece, anche i tradimenti cosiddetti platonici o virtuali hanno un peso nella stabilità della famiglia.
Il cliente arriva presso l’investigatore dopo aver notato i soliti segnali di allarme: mancanza di rapporti sessuali, irritabilità del coniuge, uso furtivo e ossessivo del cellulare, assenze o ritardi giustificati in maniera approssimativa e aumento delle spese per la cura del corpo e abbigliamento.
Prima di firmare il mandato pone numerose domande quasi a cercare una conferma ai suoi dubbi.
Il nemico numero uno dell’investigatore è il cliente fai da te, il quale ha già provocato numerosi danni alla futura indagine, sperando poi che l’investigatore ripari ai danni provocati.
Il 90% dei clienti, dopo aver affidato l’incarico, durante le indagini tempesta di telefonate l’investigatore per conoscere in ogni istante dove sta e cosa fa il pedinato, provocando interferenze psicologiche durante gli appostamenti.
Normalmente l’investigatore risponde alle chiamate perché consapevole dell’ansia che affligge la persona all’altro capo del telefono, ma deve anche essere bravo, con molta pazienza e calma, a spiegare al cliente che con il suo modo di fare, provoca solo interruzioni e distrazioni al suo lavoro.
Finita l’indagine, l’investigatore sa che il rapporto che consegna al cliente può provocare la rottura di un rapporto familiare, quindi deve con molto tatto spiegare le varie fasi ed azioni che hanno portato al risultato finale.
Dalla mia esperienza forgiata da 25 anni di indagini, posso tranquillamente affermare che contrariamente a quanto pensano le persone, le indagini per infedeltà coniugali sono tra le più difficili e delicate che un investigatore privato possa affrontare visto che, sempre come pensano le persone, non basta solo una macchina fotografica e saper guidare un auto, ma ci vuole una pazienza enorme per lunghi appostamenti, un saper comprendere le esigenze del cliente e tantissima esperienza per avere quell’intuito utile ad anticipare le mosse del pedinato, ma soprattutto la consapevolezza di quanto la sua indagine possa influire sulla psiche del mandante.
Dott. Massimo Labruna

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